lunedì 13 novembre 2017

Perchè la voce di mamma ai bimbi piace tanto.

La storia dell'amore dei più piccini verso la voce della loro mamma parte da lontano. Esattamente dalla magia di quel tempo vissuto all'interno del pancione,quando suoni e ritmi scandiscono mirabilmente i primi aneliti di vita.
Si! perché la vita non inizia al momento della nascita, ma ben prima.
Dal concepimento in poi si può parlare di vita prenatale, quel tempo denso di esperienze vissuto nel ventre della madre nel quale accadono cose essenziali  per lo sviluppo di un essere umano.
Il  feto è in grado di immagazzinare (in una forma che rimarrà come impronta nel corpo,il corpo infatti non dimentica nulla) tutte le esperienze vissute. Per questo si parla di imprinting: la memoria che permane, come ricordo, nel corpo e che per il feto è addirittura memoria embrionale.
Gli studi di Salk confermano come la memoria  legata agli stimoli uditivi sia tangibile, nelle risposte dei neonati da lui osservati, all’ ascolto del battito cardiaco e della voce materna.
Ed è proprio per  la voce materna che è importante fare un discorso tutto a parte, il feto ha una naturale inclinazione all’ ascolto, e nell’utero ascolta la vita attraverso la voce della mamma che,rivolgendosi a lui, può mostrare le meraviglie di un mondo ancora tutto da scoprire, ma già presagito nella molteplicità di inflessioni e sfumature emotive che la voce materna è in grado di veicolare.
Il bimbo in utero abita un corpo ( quello materno) che si fa orchestra : battito cardiaco, borborigmi intestinali, rumori ossei, respirazione …tra tutti si staglia , come suono proiettato al contempo sull'interno e sull'esterno, la voce materna.
Questa esperienza è stata adeguatamente rappresentata da Didier Anzieu con il termine di  bagno sonoro attraverso il quale descrive quello straordinario concerto che è la vita intrauterina.
Il profondo legame simbiotico  che unisce la mamma con il suo bambino fa si che egli mostri maggiore interesse verso il suono della voce della persona cui è intimamente connesso.
La proprietà fondamentale dell’orecchio, come afferma Tomatis, è infatti non tanto sentire, ma sapere cosa sentire e la voce di mamma, come suono amato, è il primo oggetto del suo ascoltare. Tendere l’orecchio ( che in epoca fetale significa recepire il suono come vibrazione sul corpo) è il primo gesto percettivo che la natura mette in atto in ogni essere umano.

La voce di mamma è dunque un suono desiderato, che si alterna al silenzio, che  nutre il bambino affettivamente realizzando quello che viene chiamato allattamento sonoro.
Questo valore affettivo, radicatosi nei nove mesi di vita intrauterina, non fa altro che trovare conferma alla nascita, unendo, come un ponte, il prima ed il poi e alimentandosi  ogni volta che la mamma si rivolge al bimbo con dolcezza, cantando, parlando o raccontando storie e filastrocche.