domenica 1 aprile 2012

Il Suono del silenzio,musicoterapia e autismo.


                                             


di Elisabetta Ciancaleoni

estratto relazione al convegno " Le buone prassi nei centri socioriabilitativi: tecniche innovative a confronto" La Tre coordinamento servizi sociali Asl n 3.



Dal punto di vista storico la musica come terapia è insieme antica e recente : ha radici profonde e diramazioni sempre in aumento, lo sviluppo della musicoterapia come professione iniziò quando fu sperimentato il potere della musica come modulo espressivo.
Questo potere risiede nella natura intrinseca della musica e nella  sua concordanza con i sentimenti umani, le emozioni,  i modi di essere. 
Tale concetto si ritrova nella letteratura degli egiziani, negli scritti della Grecia classica, con Pitagora che stabilì che particolari intervalli musicali erano utili alla salute e con Platone che legò la musica al benessere spirituale, numerosissime  poi le storie ed i miti che ratificano una certa idea curativa della musica : nelle pagine bibliche David con il suono della sua arpa allevia il dolore di Saul,  Orfeo con la sua musica riusciva  a commuovere addirittura le creature dell’Ade.
Gli studi intorno all’utilizzo del musicale in ambito terapeutico si inaugurano nel 1950 quando un gruppo di musicisti professionisti iniziò a suonare negli ospedali e dirigere in quei luoghi cori e bande musicali.Quello che oggi è necessario è distinguere tra un effetto terapeutico fortuito della musica e l’uso conscio della musica come mezzo di trattamento.
La musica come strumento terapeutico ha il potere di cambiare il modo di funzionare dell’individuo.
La musicoterapia  utilizza quindi la musica come agente di cambiamento, per stabilire un rapporto, per alimentare crescita e sviluppo dell’individuo, per promuovere la realizzazione dell’essere, la musica viene cioè utilizzata consciamente per l’ottimizzazione dell’essere e del divenire.
Incontrarsi in un ambito musicale, costituendo un setting determinato ed organizzato, significa condividere qualcosa di molto profondo, emotivamente coinvolgente e ricreare, per mezzo di questi elementi, la nostra prima esperienza nella vita.
Anzieu d’altra parte definisce la nostra esperienza in utero con il termine di bagno sonoro.
Nella mt la prima esigenza è di rivolgersi alla persona attraverso il musicale, il fare musica da parte dell’altro può significare molte cose a seconda dell’obbiettivo terapeutico.
Le attività più comuni sono il creare, il ricreare, l’ascoltare musica.
La creazione di musica può comprendere la scoperta di suoni, l’improvvisazione attraverso gli strumenti musicali, la composizione e la notazione.
Ricreare può comprendere la riproduzione di suoni, l’ascolto della musica può comprendere il rilassamento, l’ascolto in movimento, l’immaginazione ed una moltitudine di altre attività.
La musica può essere ascoltata, vista o sentita, trasmessa, attraverso forme visive e sensazioni, può essere proposta unitamente ad altre forme artistiche.
La musicoterapia coinvolge  inoltre l’utilizzo completo di tutto ciò che è contenuto nella musica, comprese le vibrazioni  e le risonanze, tutte le manifestazioni di risposta nei confronti della musica e del terapeuta.
3. Autismo:linee guida dell’approccio musicoterapico

Dalla definizione dell’autismo del DSM IV e ICD 10 rileviamo la compromissione qualitativa dell’interazione sociale, della comunicazione verbale e non verbale, modalità di comportamento ed interessi  ristretti e ripetitivi.
Nel contesto della presa in carico globale della persona con autismo, si inserisce nel percorso riabilitativo anche la musicoterapia, disciplina che utilizza il non-verbale, crea contatti  e per queste sue caratteristiche, primariamente quella di essere indipendente dai parametri linguistici e culturali,  risulta avere notevoli potenzialità.
L’attività si configura come un intervento multidisciplinare di carattere umanistico,  è un metodo creativo che utilizza la musica in modo funzionale come strumento per destare,  accrescere ed espandere la consapevolezza di sé, degli altri e dell’ambiente. 
Il musicale,  elemento base dell’approccio, viene proposto nelle sue interconnessione con le arti e discipline quali la Pnl umanistica ed il Dialogo sonoro.
L’approccio umanistico permette di considerare l’essere umano come entità, dove il tutto è maggiore delle parti. La base teorica di riferimento ribadisce la centralità della persona,  sostiene che gli esseri umani hanno un potenziale interno molto superiore a quello che comunemente sviluppano.  Autori come Rogers e Maslow hanno affermato che dentro ogni essere  umano ci sono un po’ tutte le risorse necessarie alla sua evoluzione.Secondo questo approccio la crescita dell’essere umano può essere paragonata a quella di un organismo che tende per sua natura ad autorealizzarsi , necessita solo del terreno adeguato.
Il Dialogo sonoro è la tecnica di musicoterapia che  procede per fasi predeterminate.
Nella prima, per favorire la creazione del rapporto si ricalca la postura,  la fisiologia,  la gestualità, cogliendo lo schema energetico che soggiace una determinata manifestazione : si può infatti  per es. ricalcare un movimento con la voce, un vocalizzo con un gesto, questo fa si che il matching (o ricalco)  non sia una semplice imitazione, ma un procedimento più profondo in grado di cogliere quell’ aspetto nascosto che sta dietro: lo schema energetico temporale che soggiace l’agire e manifestarsi della persona.
 Il ricalco ha due funzioni principali la prima è quella di comunicare all’altro che ci si trova nella sua stessa lunghezza d’onda,  la seconda è quella recuperare informazioni provenienti  non solo dal canale visivo ed uditivo.
Le fasi successive sono andare al passo (pacing) e condurre o (leading).
Nella conduzione si ha l’introduzione della novità ad opera del terapeuta che usa la sua creatività, empatia e partecipazione.
Ciò che avviene è quindi una sorta di lettura musicale dell’altro ( quasi egli fosse uno spartito musicale) ed una traduzione sonora del suo mondo.
L’intervento musicoterapico può modificare la comunicazione stereotipata dell’autismo attraverso la tecnica del tema con variazioni dove alcuni aspetti del materiale sonoro musicale dell’altro viene variato gradualmente pur mantenendo un grado di riconoscibilità.
Da un lato ciò crea una base rassicurante, dall’altro pone i presupposti di un possibile cambiamento.
Attraverso l’elemento sonoro musicale  si ricreano le intense emozioni della relazione madre bambino:  l’elemento sonoro musicale  costituisce l’area transizionale all’interno della quale avviene la relazione e  con la sua funzione regressiva permette di incontrare la persona proprio dove essa si trova.
Nell’azione vera e propria del far musica  e di rispondere agli stimoli musicali l’individuo prova sensazioni immediate psicologiche e fisiologiche che si articolano sui diversi piani dell’essere. La realtà concreta del percepire attraverso l’udito, la vista,  il tatto, il movimento e le emozioni porta l’individuo nel presente ed apporta risultati immediati (Anderson 1977).
5. Finalità :obbiettivi  specifici del trattamento
La musica offre un’opportunità non verbale di creare contatti, ha il potere di coinvolgere il corpo su di un piano multidimensionale, pertanto può aprire nuove vie verso la crescita umana e personale.
In particolare attraverso di essa si può condurre la persona verso uno sviluppo ed un potenziamento del sé.
Il sé va considerato come il nucleo profondo di ogni individuo, sorgente di crescita, somma di tutte le costituenti della persona, corpo, attitudini, fattezze, abilità, desideri,  bisogni.
D’importanza cruciale per lo sviluppo del sé sono i rapporti sociali.
L’impiego del suono e della sua valenza affettivo-emotiva porta ad uno sviluppo comunicativo relazionale che passa attraverso diversi stadi di consapevolezza e presa di contatto con la realtà con ripercussioni sulle capacità comunicativo relazionali e di interazione sociale.
Inoltre si possono favorire  il benessere e l’autoespressione  come fine primo ed ultimo di ogni essere umano. 


Bibliografia

Mauro Scardovelli Il dialogo sonoro, Nuova Casa Editrice Cappelli, Bologna, 1992.

Kenneth E. Bruscia Definire la Musicoterapia - Percorso epistemologico di una disciplina e di una professione , Gli archetti, Ismez, Roma, 1993.

Rogers, C.R. La terapia centrata sul cliente, Martinelli, Firenze, 1970.

Maslow, A.H.Verso una psicologia dell'essere, Ubaldini, Roma, 1971.

M. Emerenziana D'Ulisse, Federica Polcaro Musicoterapia e autismo, Il Minotauro, 2000.

Didier Anzieu L'io pelle. Prospettive della ricerca psicoanalitica. Borla,2005.