di Elisabetta Ciancaleoni
estratto relazione al convegno " Le buone prassi nei centri socioriabilitativi: tecniche innovative a confronto" La Tre coordinamento servizi sociali Asl n 3.
Dal punto di vista storico la musica come
terapia è insieme antica e recente : ha radici profonde e diramazioni sempre in
aumento, lo sviluppo della musicoterapia come professione iniziò quando fu
sperimentato il potere della musica come modulo espressivo.
Questo potere risiede nella natura
intrinseca della musica e nella sua concordanza con i sentimenti umani, le emozioni, i modi
di essere.
Tale concetto si ritrova nella letteratura
degli egiziani, negli scritti della Grecia classica, con Pitagora che stabilì
che particolari intervalli musicali erano utili alla salute e con Platone che
legò la musica al benessere spirituale, numerosissime poi le storie
ed i miti che ratificano una certa idea curativa della musica : nelle pagine
bibliche David con il suono della sua arpa allevia il dolore di Saul, Orfeo
con la sua musica riusciva a commuovere addirittura le creature
dell’Ade.
Gli studi intorno all’utilizzo del
musicale in ambito terapeutico si inaugurano nel 1950 quando un gruppo di
musicisti professionisti iniziò a suonare negli ospedali e dirigere in quei
luoghi cori e bande musicali.Quello che oggi è necessario è distinguere tra un
effetto terapeutico fortuito della musica e l’uso conscio della musica come
mezzo di trattamento.
La musica come strumento terapeutico ha il
potere di cambiare il modo di funzionare
dell’individuo.
La musicoterapia utilizza
quindi la musica come agente di cambiamento, per stabilire un rapporto, per
alimentare crescita e sviluppo dell’individuo, per promuovere la realizzazione
dell’essere, la musica viene cioè utilizzata consciamente per l’ottimizzazione
dell’essere e del divenire.
Incontrarsi in un ambito musicale,
costituendo un setting determinato ed organizzato, significa condividere
qualcosa di molto profondo, emotivamente coinvolgente e ricreare, per mezzo di questi
elementi, la nostra prima esperienza nella vita.
Anzieu d’altra parte definisce la nostra
esperienza in utero con il termine di bagno sonoro.
Nella mt la prima esigenza è di rivolgersi
alla persona attraverso il musicale, il fare musica da parte dell’altro può
significare molte cose a seconda dell’obbiettivo terapeutico.
Le attività più comuni sono il creare, il
ricreare, l’ascoltare musica.
La creazione di musica può comprendere la
scoperta di suoni, l’improvvisazione attraverso gli strumenti musicali, la
composizione e la notazione.
Ricreare può comprendere la riproduzione
di suoni, l’ascolto della musica può comprendere il rilassamento, l’ascolto in
movimento, l’immaginazione ed una moltitudine di altre attività.
La musica può essere ascoltata, vista o
sentita, trasmessa, attraverso forme visive e sensazioni, può essere proposta
unitamente ad altre forme artistiche.
La musicoterapia coinvolge inoltre
l’utilizzo completo di tutto ciò che è contenuto nella musica, comprese le
vibrazioni e le risonanze, tutte le manifestazioni di risposta nei
confronti della musica e del terapeuta.
3. Autismo:linee guida dell’approccio musicoterapico
Dalla definizione dell’autismo del DSM IV
e ICD 10 rileviamo la compromissione qualitativa dell’interazione sociale,
della comunicazione verbale e non verbale, modalità di comportamento ed
interessi ristretti e ripetitivi.
Nel contesto della presa in carico globale
della persona con autismo, si inserisce nel percorso riabilitativo anche la
musicoterapia, disciplina che utilizza il non-verbale, crea contatti e
per queste sue caratteristiche, primariamente quella di essere indipendente dai
parametri linguistici e culturali, risulta avere notevoli
potenzialità.
L’attività si configura come un intervento
multidisciplinare di carattere umanistico, è un metodo creativo che
utilizza la musica in modo funzionale come strumento per destare, accrescere
ed espandere la consapevolezza di sé, degli altri e dell’ambiente.
Il musicale, elemento base
dell’approccio, viene proposto nelle sue interconnessione con le arti e
discipline quali la Pnl umanistica ed il Dialogo sonoro.
L’approccio umanistico permette di
considerare l’essere umano come entità, dove il tutto è maggiore delle
parti. La base teorica di riferimento ribadisce la centralità della
persona, sostiene che gli esseri umani hanno un potenziale interno
molto superiore a quello che comunemente sviluppano. Autori come
Rogers e Maslow hanno affermato che dentro ogni essere umano ci sono
un po’ tutte le risorse necessarie alla sua evoluzione.Secondo questo approccio
la crescita dell’essere umano può essere paragonata a quella di un organismo
che tende per sua natura ad autorealizzarsi , necessita solo del terreno
adeguato.
Il Dialogo sonoro è la tecnica di
musicoterapia che procede per fasi predeterminate.
Nella prima, per favorire la creazione del
rapporto si ricalca la postura, la fisiologia, la
gestualità, cogliendo lo schema energetico che soggiace una determinata
manifestazione : si può infatti per es. ricalcare un
movimento con la voce, un vocalizzo con un gesto, questo fa si che il
matching (o ricalco) non sia una semplice imitazione, ma
un procedimento più profondo in grado di cogliere quell’ aspetto nascosto che
sta dietro: lo schema energetico temporale che soggiace l’agire e manifestarsi
della persona.
Il ricalco ha due funzioni
principali la prima è quella di comunicare all’altro che ci si trova nella sua
stessa lunghezza d’onda, la seconda è quella recuperare informazioni
provenienti non solo dal canale visivo ed uditivo.
Le fasi successive sono andare al
passo (pacing) e condurre o (leading).
Nella conduzione si ha l’introduzione
della novità ad opera del terapeuta che usa la sua creatività, empatia e
partecipazione.
Ciò che avviene è quindi una sorta di lettura
musicale dell’altro ( quasi egli fosse uno spartito musicale) ed una
traduzione sonora del suo mondo.
L’intervento musicoterapico può modificare
la comunicazione stereotipata dell’autismo attraverso la tecnica del tema
con variazioni dove alcuni aspetti del materiale sonoro musicale
dell’altro viene variato gradualmente pur mantenendo un grado di
riconoscibilità.
Da un lato ciò crea una base rassicurante,
dall’altro pone i presupposti di un possibile cambiamento.
Attraverso l’elemento sonoro
musicale si ricreano le intense emozioni della relazione madre
bambino: l’elemento sonoro musicale costituisce l’area
transizionale all’interno della quale avviene la relazione e con la
sua funzione regressiva permette di incontrare la persona proprio dove essa si
trova.
Nell’azione vera e propria del far
musica e di rispondere agli stimoli musicali l’individuo prova
sensazioni immediate psicologiche e fisiologiche che si articolano sui diversi
piani dell’essere. La realtà concreta del percepire attraverso l’udito, la
vista, il tatto, il movimento e le emozioni porta l’individuo nel
presente ed apporta risultati immediati (Anderson 1977).
5. Finalità :obbiettivi specifici
del trattamento
La musica offre un’opportunità non verbale
di creare contatti, ha il potere di coinvolgere il corpo su di un piano
multidimensionale, pertanto può aprire nuove vie verso la crescita umana e
personale.
In particolare attraverso di essa si può
condurre la persona verso uno sviluppo ed un potenziamento del sé.
Il sé va considerato come il nucleo
profondo di ogni individuo, sorgente di crescita, somma di tutte le costituenti
della persona, corpo, attitudini, fattezze, abilità, desideri, bisogni.
D’importanza cruciale per lo sviluppo del
sé sono i rapporti sociali.
L’impiego del suono e della sua valenza
affettivo-emotiva porta ad uno sviluppo comunicativo relazionale che passa
attraverso diversi stadi di consapevolezza e presa di contatto con la realtà
con ripercussioni sulle capacità comunicativo relazionali e di interazione
sociale.
Inoltre si possono favorire il
benessere e l’autoespressione come fine primo ed ultimo di ogni
essere umano.
Bibliografia
Mauro Scardovelli Il
dialogo sonoro, Nuova Casa Editrice Cappelli, Bologna, 1992.
Kenneth E. Bruscia Definire
la Musicoterapia - Percorso epistemologico di una disciplina e di una
professione , Gli archetti, Ismez, Roma, 1993.
Rogers,
C.R. La terapia centrata sul cliente, Martinelli, Firenze, 1970.
Maslow,
A.H.Verso una psicologia dell'essere, Ubaldini, Roma, 1971.
M. Emerenziana D'Ulisse, Federica Polcaro Musicoterapia e autismo, Il
Minotauro, 2000.
Didier Anzieu L'io pelle. Prospettive della ricerca psicoanalitica. Borla,2005.
Didier Anzieu L'io pelle. Prospettive della ricerca psicoanalitica. Borla,2005.