venerdì 4 settembre 2015

Il peso delle parole.Libere riflessioni sul cuore di un testo musicale.

Chi mi conosce sa quanto ami le parole.
Amo quell’armonia che sanno creare sulla bocca delle persone, quando il pensiero diventa suono.
Ma anche quella complessa architettura che, a partire dal segno, riempie lo spazio bianco di un foglio di carta o ( nella nostra era digitale ) sempre più spesso, di uno schermo…..mi stupisce sempre come piccole impronte nere, silenziose, ordinate, possano arrivare al cuore, sospendere il fiato, raccontare una storia, spalancare nuovi spazi alla coscienza.
Tutto questo è meraviglioso …che si possa tradurre un pensiero, un desiderio, un’intenzione, usando forme inconsuete e in tutto ciò  veicolare un senso… che è poi quello di chi, quelle parole, le ha sentite nascere prima nel suo cuore.
Perché la differenza, penso,sempre, la faccia  l’emozione provata  nel mettere in fila parole che diventano un ponte, un luogo condiviso tra il  me e il  te, tra chi fa e sente, e chi riceve.
Lo sanno bene i poeti che sono un tutt’uno tra l’essere e il dire.
Allora, da qui, la riflessione volge al testo di una canzone…si , perché, al pari delle parole, amo le canzoni che  a volte sono veri e propri testi poetici, a volte il manifesto  di un’idea, un pensiero, a volte un modo per divertire, alleggerire e alleggerirsi.
La canzone è una melodia che diventa parola, una complessa traduzione simil lessicale del suono, nel sommarsi delle intenzioni….. chi compone la musica, chi scrive il testo e anche chi l’ascolta. 


E succede che, quando ascoltiamo una canzone, veniamo praticamente travolti da un elaboratissima amalgama di cuore, pensieri, emozioni…dove, quello che prima colpisce, è ovvio (per merito della fascinazione che la musica è in grado di suscitare  nell’animo umano), è l’andamento melodico e ritmico, ma che poi, come in un’alchimia perfetta, vedrà musica e parole procedere all’unisono avanzando con una grande unità di intenti, in direzione delle corde più profonde dell'ascoltatore.