lunedì 20 aprile 2015

Il bimbo canzone. La musica siamo noi.

Percepiamo la musica in un modo talmente fisico e profondo da farla sembrare legata in modo intimo e indissolubile al nostro stesso essere.
In realtà è proprio così, afferma Lowen nel suo testo Bioenergetica che il termine persona cela un grande significato : persona è colui, colei che per sòna o sòna (suona) per.
Esistere, Essere, è suonare, vibrare per…. Per chi ci ama, per chi ci ascolta, per chi ci attende, ma anche solo per noi stessi..per il piacere di manifestarci al mondo.
Qualche tempo fa ho letto la storia che segue, in un libro pieno d’amore…e che ora vi condivido, perché vibri dentro di voi, con tutto il senso che con sé trasporta, come è già successo a me , quando la lessi.
Nel cuore di ciascuno di noi c’è una voce che sa, una canzone capace di ricordarci ciò che più apprezziamo e desideriamo, qualcosa che sapevamo fin dalla nostra infanzia.
In Africa orientale c’è una tribù che crede che questa canzone esista prima ancora della nascita. In quella tribù,la data di nascita di un bambino non è il giorno in cui viene al mondo e neppure il giorno del suo concepimento,  come accade in altre tribù,ma l’attimo in cui nella mente della madre è nato il pensiero di quel bambino .
Conscia della propria intenzione di concepire un figlio con un certo uomo, la madre va nella boscaglia e si siede sotto un grande albero.
Rimane seduta e ascolta attentamente fino a quando ode la canzone del bambino che spera di mettere al mondo. Dopo averla udita, torna al villaggio e la insegna a colui che sarà il padre così potranno cantarla insieme, mentre faranno l’amore, invitando il bambino ad unirsi a loro.
Dopo il concepimento la donna canta la canzone al bimbo che porta in grembo, poi la insegna alle donne anziane che faranno da levatrici, così che durante il travaglio e nel momento miracoloso della nascita il bambino venga salutato con la sua canzone.
Dopo ogni nascita, tutti gli abitanti  del villaggio imparano la canzone del nuovo membro della tribù e gliela cantano ogni volta che cade o si fa male. La canzone viene cantata nei momenti di trionfo, durante i rituali e le iniziazioni. Quando il bambino diventa adulto la canzone entra a far parte del cerimoniale del suo matrimonio e, alla fine della sua vita, i suoi cari si raccolgono intorno a lui e gliela cantano per l’ultima volta.*

Cosa aggiungere? Così vera che lascia senza parole… solo un pensiero … che vorremmo tutti udire la nostra canzone, ma forse se ascoltiamo bene bene, se sappiamo far silenzio..potremmo udirla, e cantare anche noi la nostra melodia.





*La sorgente del cuore di Jack Kornfield in Il Libro del cuore di R. Carlson e B. Shield, Sperling e Kupfer Editori.