Percepiamo la musica in un modo talmente fisico e profondo da farla sembrare legata in modo intimo e indissolubile al nostro stesso essere.
In realtà è proprio così, afferma
Lowen nel suo testo Bioenergetica che il termine persona cela un grande significato : persona
è colui, colei che per sòna o sòna (suona) per.
Esistere, Essere, è suonare, vibrare per…. Per chi ci ama, per chi ci ascolta, per chi ci
attende, ma anche solo per noi stessi..per il piacere di manifestarci al mondo.
Qualche
tempo fa ho letto la storia che segue, in un libro pieno d’amore…e che ora vi
condivido, perché vibri dentro di voi, con tutto il senso che con sé trasporta,
come è già successo a me , quando la lessi.
Nel cuore di ciascuno di noi c’è una voce
che sa, una canzone capace di ricordarci ciò che più apprezziamo e desideriamo,
qualcosa che sapevamo fin dalla nostra infanzia.
In Africa orientale c’è una tribù che crede
che questa canzone esista prima ancora della nascita. In quella tribù,la data
di nascita di un bambino non è il giorno in cui viene al mondo e neppure il
giorno del suo concepimento, come accade
in altre tribù,ma l’attimo in cui nella
mente della madre è nato il pensiero di quel bambino .
Conscia della propria intenzione di
concepire un figlio con un certo uomo, la madre va nella boscaglia e si siede
sotto un grande albero.
Rimane
seduta e ascolta attentamente fino a quando ode la canzone del bambino che spera
di mettere al mondo. Dopo averla
udita, torna al villaggio e la insegna a colui che sarà il padre così potranno
cantarla insieme, mentre faranno l’amore, invitando il bambino ad unirsi a
loro.
Dopo il concepimento la donna canta la
canzone al bimbo che porta in grembo, poi la insegna alle donne anziane che
faranno da levatrici, così che durante il travaglio e nel momento miracoloso
della nascita il bambino venga salutato con la sua canzone.
Dopo ogni nascita,
tutti gli abitanti del villaggio
imparano la canzone del nuovo membro della tribù e gliela cantano ogni volta
che cade o si fa male. La canzone viene cantata nei momenti di trionfo, durante
i rituali e le iniziazioni. Quando il bambino diventa adulto la canzone entra a
far parte del cerimoniale del suo matrimonio e, alla fine della sua vita, i
suoi cari si raccolgono intorno a lui e gliela cantano per l’ultima volta.*
Cosa aggiungere? Così vera che lascia senza parole… solo un
pensiero … che vorremmo tutti udire la nostra canzone, ma forse se ascoltiamo
bene bene, se sappiamo far silenzio..potremmo udirla, e cantare anche noi la
nostra melodia.
*La sorgente del cuore
di Jack Kornfield in Il Libro del cuore di R. Carlson e B. Shield, Sperling e
Kupfer Editori.